La Vergogna: un’emozione secondaria

La vergogna è definita un‘emozione secondaria poiché è appresa e si struttura nelle interazioni sociali. E’ esperita come uno stato emotivo più o meno intenso, talvolta di profondo dolore. La persona, che prova questa emozione, sente di essere inferiore agli Altri o di percepirsi come “difettosa”, a volte non riconoscendone la causa.


Il senso di inadeguatezza può riguardare solo alcuni contesti relazionali o può estendersi ad esperienze di vita, più complesse ma comunque, la risposta, è in entrambi i casi, un’intensa condizione di visibilità, che la persona si trova a vivere. Talvolta può generare un vero e proprio “blocco emotivo” ed il contesto sociale può amplificare questa sensazione.


In generale le emozioni sono esperienze soggettive complesse, multifattoriali che hanno una funzione adattiva in quanto costituiscono una risposta immediata a sollecitazioni dell’ambiente. La vergogna è spesso considerata un’emozione negativa perché è intensa e dura nel tempo. L’individuo si preoccupa molto di come può apparire agli occhi degli Altri e per questo si sente continuamente giudicato o di aver interiorizzato un proprio punto di vista rispetto al quale si giudica, sempre, svalutandosi, e questo fin da piccoli.


Chi prova vergogna spesso vive anche altre emozioni come l’imbarazzo (esperienza meno intensa e limitata nel tempo a differenza della vergogna), il dispiacere, la mortificazione, l’umiliazione, il non sentirsi degni e meritevoli. Ciò che accomuna tutte queste emozioni è la sensazione di essere sempre giudicati negativamente dagli Altri e di valere meno degli Altri.


La vergogna è un’esperienza soggettiva, capace di organizzare la vita psichica, modificando il significato delle opportunità di vita, che la persona incontra.


La vergogna ha una scala di intensità. Può aumentare fino a procurare un dolore emotivo così intenso da fare attivare, in modo rigido, i meccanismi di difesa – che invece hanno la funzione di salvaguardare l’integrità psichica dell’individuo – quali l’evitamento, (di situazioni o stimoli che attiverebbero una dinamica di esposizione) o in casi più gravi il ritiro sociale.


Sebbene la vergogna sia un’esperienza individuale complessa, che può influire in modo disfunzionale sul modo “di stare in relazione”, essa può essere trasformata in una forza motivante per una crescita personale e per costruire nuove relazioni attraverso un processo di elaborazione, avviato e sostenuto, dalla psicoterapia. Grazie ad un percorso psicologico l’individuo, infatti, ha la possibilità di individuare come quel vissuto di vergogna si sia sviluppato e abbia poi condizionato le interazioni sociali e scelte di vita.